quinta-feira, 4 de janeiro de 2007

los poemas en italiano

Perché non mi inaffi?
mi sto inanirrendo.
Va bene che non piova,
va bene che non mi innafi
peró almeno piangi,
le mie lácrime
sole
non bastano
per alimentare
il nostro amore
che é solo mio
che é solo io.





Conseginami la paura
puó essere che io la ammalii
con il mio riso
e si affoghi nel sonno
quando canticchieró
le canzoni
che invento
pensando a te
che scii
libera de paure
sulla mia tenerezza
nel bianco desiderio.




Ancora non sono diventato padre
perché non mi hanno lasciato essere madre.
Secoli di sfiducia
sono contra di me.
Essere madre é difficile
in un corpo di uomo
che coniuga il verbo persona
al maschile.



Voglio scoprire il mio corpo
sulla punta delle tue dita.
Quando me tocci
io mi sento come vorrei essere
morbido
profondo
epidermico
latente.
Le tue carezze
cantano ninna nanne
antiche
che ascolto anche sulle tue labbra,
prima che il sonno
mi venha a cercare
ingannandomi di te.
Il sonno é inquieto
e geloso delle tue coccole
e dei tuoi baci
per questo mi somergió
in fantasie
di chiocciole
cavalcando al contrario
su cavallucci marini.
In questi viaggi
riconosco il suono
tenue
delle tue dita sulla mia pelle,
della tua lingua acurrucando la mia
dela tua chioma
confusa tra i miei capelli.
Sorridi, amore mio
non ti spaventare
di sentire un abraccio
ed un tremito
se ti svegli
con una contorsione
furtiva
umida
cadenzata
e calda.


Ascolto il mio scheletto
da troppo tempo.
Giá non so cosa lo sostiene
se si sostiene...
Un meccanismo che ignoro
lo alimenta
sprovvisto di affetto
di passione
di non essere abracciato da te
ogni centimetro del mio corpo
si é diluto
si é disintegrato
in raziocinii
in assenze.
Sono stanco!
stanco di essere stanco
di ascoltare le mie ossa
cigolanti solitudine
senza il lubrificante della tua saliva
senza l’odore della tua vagina
bocca attraverso cui si alimentava il mio corpo
stranamente stridente
stitico di passione
ironica inversione
di fame
e morte fosforescente
soffocantemente
fosforescente


Il dolore viene e va
come un saltimbanco guocheollone,
appena mi distraggo
eccolo qua,
nei tuoi cosmetici assenti,
negli armadi semi-vuoti,
nel posacenere pieno
dei resti del tuo angoscioso respiro,
testimone della tua recente partenza.
Sono solo
il lo sa
e a volte viene
e mi fa compagnia.

Stettere di amarti
mi rese orfano
di identitá spaccata
viandante senza paniere
esposto a miraggi,
gioco di seduzione
di autenticitá distrata
per la mancanza del tuo sguardo,
dove mi reflettevo,
fiducioso apprendista
di amare ed essere amato.
Piangi
per potermi liberare
e sorridi
per potere disegnare
il tuo nome
como serpente tatuato sull’orizzonte
guida e profeta
di un’altra parte del mondo.




Ho imparato ad amare esseri invisibili
il giorno che morí mi madre,
quando mio padre suggerí
di tacere il suo nome,
buttando via fotografie,
dimenticando quel profumo.
Alcune lacrime mi stettonolli intravedere
la realitá
la stessa che mi impedisco di respirare
la stessa che mi imballato
di ricordi e perle di vetro
tanto che non riesco
non ancora
a pronunciare
un suono cosí simplice
como
aria.


Io
che ho imparato tante cose
ho dimenticato di pronunciare: ti amo
guardandoti nelli occhi.
Io
che conosco la distanca di tante cose
non riesco a misurare ció che ci separa,
ció che sei tu,
ció che é assaporare
delirante
di essere guardato da te
di voler abbracciare la tua lingua
perché da essa non esca parola nessuna,
a meno ché
salato.
Il mio bacio di bambino
per té
é salato.
La mia caramella turgida
per te
é balsámica
é di miele
é salato.
Io parlo
e scrivo
qui e ora
solo e unicamente
perché tu
delirante
non mi baci
né qui
né ora.




Sei cosí stupido
o figlio di puttana
che non ti sei reso conto di quanto mi piaci
cazzo!
Io ti amo
bestia
tutte le volte che ti mando affanculo.



Mi incontro conte, Vita
ancora una volta attraverso la natura
in una solitudine
seducentemente accompagnata
lungo una spiagnha eterna
Camino de Santiago
che percorro omni mattina
fino a farmi dolere i piedi.
Ascolto cicale
in palme coccolanti canti
di ucceli dai nomi indicibili
e susurri di granchi
transparenti
che accarezzano la sabbia
dove si nascondono
da ció che si muove senza grazia
como i miei piedi
dolenti
di tanta bellezza
soave
irritantemente
iguale a se stessa
come te
Vita
Che volli ingannare
travestidamente
giorno senza fine
caminando a tutta velocitá
andando da nessuna parte.

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